giovedì 11 agosto 2016

Come accettare il proprio corpo?

Io vi suggerisco di non essere troppo esigente con voi stessi. 

Non punitevi se sgarrate, non punitevi con diete restrittive perché anche se digiunerete il giorno dopo, finirete per riabbuffarvi.
Fate pace con voi stessi, con il cibo e con il vostro corpo. 
Siate determinati e concentrati le prime volte. Non pretendete la perfezione da voi. 
Io desidero da anni eliminare i segni delle smagliature sui fianchi e sulle cosce, ma le ho accettate ed è inutile che continuo a nasconderle. 
Il mio compagno nemmeno ci fa caso perché l'ultima cosa a cui pensa un uomo a letto sono i rotolini di una donna, credetemi!
Avete chili da perdere? D'accordo. Un passo alla volta. Abbiate rispetto di voi stessi e dei vostri ritmi. Non importa se ci vorrà un mese, due mesi, tre mesi per ritornare in forma...  ma datevi il vostro tempo. Ascoltate la vostra mente e il vostro corpo, e per quanto sia difficile cominciare, pensate a quanto sarà difficile tornare indietro ogni volta che vi abbuffate.
Ricordatevi sempre che più vi PUNITE TOGLIENDOVI del cibo e più la vostra mente si ribella, e vi farà cadere nella catastrofe delle abbuffate. Lo so perché era quello che succedeva continuamente a me.
AMATEVI SEMPRE! 
Non bisogna amare sé stessi solo nei momenti felici e spensierati, ma bisogna soprattutto amarsi nei momenti bui e tristi, perché è lì che mettiamo in gioco il nostro VERO carattere. 
Io ho fatto pace con me stessa e con il mio corpo. 
Non sarò mai una top model, ma chi se ne frega! 
Adesso, quando mi capita di mangiare un pò più del dovuto, non mi punisco il giorno dopo facendo digiuno, perché so che potrei riaprire le porte alla bulimia. 
Il ''segreto'' sta tutto nella nostra mente. 
Fate un passo alla volta, cominciate pian piano, il benessere non arriverà tutto e subito. 
Le mie abbuffate non sono finite drasticamente da un giorno all'altro. 
Diminuivano giorno per giorno fino a scomparire del tutto, perché ero io che cominciavo a guardarmi allo specchio sorridendo, senza più puntare il dito contro le mie smagliature che SO perfettamente che non andranno mai più via, ed è inutile maledire la mia vita solo per un difetto del mio corpo, oppure litigare inutilmente con il mio compagno perché divento nervosa all'improvviso perché mi vedo aumentata di 3 etti. 
Mi sono resa conto che la maggior parte delle mie litigate erano causate dallo stress e dal nervoso che provavo verso me stessa, e scaricavo tutto verso chi mi stava vicino e io ero stufa di questo. 
Non permettete a una fottuta bilancia di rovinare la vostra vita, di rovinare il vostro sorriso, di rovinare le vostre giornate, di rovinare il rapporto con le persone. Perché una chiacchierata con un'amica, con un familiare o anche con il vicino di casa è molto più gratificante che rimanere chiusa in casa da sola, a pensare quanto schifo facciamo. 
La vita è bella, c'è un mondo che ci aspetta là fuori !  
Quando ho capito che non provavo più nessuna emozione per tutte le cose belle della vita, come guardare un tramonto, godersi l'alba al mare, fare un tuffo in piscina, ridere con gli amici, stare in famiglia, mi ero resa conto che stavo PERDENDO TUTTO. Vivere da soli non è bello, ma condividere anche i momenti tristi con qualcuno è migliore. 
Mangiare è bello, io adoro un sacco il cibo, ma quando la bulimia mi aveva reso una persona orrenda, ho capito che non ha senso vivere per sopravvivere, quindi si ha solo una possibilità: VIVERE, ma VIVERE per DAVVERO
Perché io ho voglia di arrivare alla vecchiaia e pensare a quanti momenti ho vissuto, sia intensi sia spiacevoli, voglio potermi guardare allo specchio ed essere fiera della vita che ho vissuto, voglio poter aver insegnato del buono a qualcuno, di aver reso felice qualcuno e non che gli rimanga lo spiacevole ricordo di me sempre incazzata, depressa. 
Non dite più ''da domani dieta, da domani farò così, da domani ecc ecc.'' 
Dovete dire ''da adesso mi amerò di più, da adesso mi amerò anche se sbaglio, da adesso smetterò di punirmi e di odiarmi'' 
PROVATECI SUBITO!! 

sabato 9 luglio 2016

Colazione n.1

Partiamo dal pasto più importante di tutta la giornata: la mitica colazione. 

Io amo alzarmi al mattino per dirigermi in cucina e accendere la mia piccola moka e prepararmi un fumante caffè. E pensare che anni fa preferivo dormire di più per evitare di affrontare questo primo pasto giornaliero insieme alla mia famiglia. Ora invece, non posso proprio farne a meno.
Essendo diventata mamma da poco, le mie giornate cominciano anche presto perché allatto il mio cucciolo e per stare dietro ai suoi ritmi ho bisogno di ricaricarmi al meglio.
Quindi... la maggior parte delle mie mattine iniziano con una profumatissima tazza di caffelatte, accompagnata da quattro deliziose fette biscottate integrali sulle quali spalmo la mia immancabile marmellata di fragole. 
Io non seguo alcuna dieta. Faccio molta attenzione ai cibi che introduco, prediligendo quelli salutari e di qualità. 
Mangiare non è una punizione ma un piacere che regaliamo al nostro corpo e alla nostra mente se lo trattiamo bene. 

Perché è una delle mie colazioni preferite?

Perché il caffè è noto a tutti come il ricarica energie perfetto. Mi permette di iniziare la giornata con una marcia in più e con lo sprint giusto. Poi aggiungo sempre il latte (che io acquisto senza lattosio perché lo riesco a digerire meglio senza appesantire troppo lo stomaco, dato che spesso soffro di pancia gonfia), e il suo profumo dolce dà un tocco in più alla mia colazione. 
Poi scelgo le fette biscottate integrali perché hanno un sapore più intenso personalmente, e si sa che è preferibile l'integrale perché viene utilizzata una farina non raffinata e più grezza, e contiene più fibre rispetto alla farina 00.
La marmellata, vario sempre i gusti ogni volta che la acquisto, la scelgo senza zuccheri perché quelle ''normali'' sono ricche di calorie in quanto contengono molti zuccheri, soprattutto raffinati. 

Come alternativa potete puntare su una fetta o due di pane (dipende dalla loro dimensione - il peso si aggira intorno ai 20 grammi) se non vi piacciono le fette biscottate o se le trovate poco sazianti.
Se amate la colazione un pò più golosa, potete orientarvi verso i biscotti, consiglio sempre la versione integrale perché sono meno calorici di quelli tradizionali. In entrambi i casi è preferibile non consumarli tutti i giorni. Io non li mangio praticamente mai, perché non li trovo sazianti e appena un'ora dopo aver terminato la colazione mi riprende la fame, quindi cerco di evitarli anche se i miei preferito sono quelli con il golosissimo cioccolato. 
Oppure i cereali, e vi consiglio quelli alla crusca, che hanno un alto potere saziante, poveri di calorie, ricchi di fibre e non raffinati. Consiglio di non esagerare con le dosi o di non mangiarli tutti i giorni per chi, come me, soffre di pancia gonfia.
Se non amate troppo il caffé, potete gustarvi un ottimo caldo ai gusti più disparati e particolari. Quando mi capita di berlo, lo scelgo al finocchio o all'anice, o al cumino, alla menta oppure al té verde. 
Lo stesso discorso vale per il latte, l'alternativa è lo yogurt. Mi capita di mangiarlo forse una volta al mese (?) e lo scelgo magro per aggiungerci la frutta a mio piacimento.
Abbiamo la frutta. Alto potere saziante. Vi consiglio i frullati, sopratutto quelli alla banana che danno molta energia, ma qualunque frutto va benissimo. Stesso discorso dello yogurt, personalmente non la mangio mai a colazione perché preferisco mangiarla da sola come spuntino in giornata. 
Infine abbiamo la variante ancora più golosa ma decisamente calorica, e andrebbe limitata a una volta/ massimo 2 a settimana: brioche, torte, muffin, pancakes e dolci vari.
Quando opto per questa colazione preferisco preparare il tutto da me, perché so quali ingredienti utilizzo, posso variarli e ovviamente farli a mio modesto piacimento con le dosi.
Evito i prodotti industriali e mi dirigo verso le panetterie, forni o pasticcerie artigianali quando ho voglia di godermi un bel dolce. 


E voi? Quale colazione preferite? La fate?
(La foto è la mia - Buona colazione a tutti!)










PERCHE' SCEGLIERE DI MANGIARE BENE?

Nel corso della mia esperienza ho imparato che scegliere di mangiare bene è ben diverso dal
mangiare per sopravvivere. Mi spiego meglio.
Tutti siamo pienamente a conoscenza dei benefici che porta una sana alimentazione, ma quanti riescono DAVVERO a seguirla con attenzione? Forse non molti, o forse alcuni lo fanno per un breve periodo tornando poi, successivamente, alla fase di squilibrio iniziale.
Questo discorso è molto più ampio e generico, e io che non sono né una dottoressa e né una nutrizionista, non sono in grado di consigliare la dieta più adatta a ogni tipo di persona che mi capita di conoscere. Perché non esistono solo le persone pigre o mal informate sull'alimentazione, bensì anche quelle che soffrono di disturbi alimentari.
Ecco. Con loro è davvero difficile impostare un discorso sul perché è importante mangiare bene, e io per prima ne so qualcosa dato che ho sofferto di bulimia per parecchi anni della mia adolescenza.
Per queste persone la prima cosa importante da fare è stabilire una comunicazione, trovare la radice del problema che le spinge a rifugiarsi nell'oscuro cerchio della malattia alimentare e successivamente trovarne la giusta cura. Che sia anoressica o che sia bulimica, purtroppo serve a ben poco dare loro una dieta equilibrata da seguire.
Se non si guarisce PRIMA di testa (e non sto parlando di deficit mentale, che sia chiaro) è INUTILE andare da un nutrizionista, perché siamo NOI che dobbiamo volere di guarire, e non gli altri.
Possiamo spendere milioni di euro tra sedute da psicologi, medici e chi più ne ha e più ne metta, ma se non siamo adeguatamente determinati a decidere di aiutarci da soli, è tutto tempo sprecato... o in parte.
Dobbiamo scegliere di amarci, scegliere di vivere e non di rinunciare costantemente ai piaceri che può offrirci la vita. Non possiamo pretendere di volere tutto perfetto per paura di ricadere, perché purtroppo, ci saranno anche quei periodi neri e bui che dureranno più di un giorno, ma questo non dovrebbe più spaventare se ormai siamo fuori dal disturbo alimentare che ci perseguita.
Le mie parole forse possono essere troppo pungenti o dure, però non voglio fingere che sarà una passeggiata uscirne perché non sarà affatto così... Ma non è assolutamente impossibile.
Prima tiriamo fuori il coraggio che teniamo nascosto per paura di non farcela, e poi pian piano arriverà il momento in cui più niente potrà distruggerci.

Scrivo per le persone che hanno bisogno di sicurezza. L'unico punto solido su cui contare siamo solo NOI STESSI.
Possiamo chiedere aiuto, anzi dobbiamo quando ne abbiamo bisogno perché è importante rendersi conto che c'è qualcosa che non va più nel verso giusto. Ma poi dobbiamo credere in noi stessi, senza sperare che ci sarà sempre qualcuno pronto a sorreggerci perché non sarà sempre così.
Lo so, è pietosamente crudele che io lo dica in questo modo, però davvero non saprei che altre parole trovare.
Io so essere schietta e sincera, proprio perché è NECESSARIO spronare a venirne fuori.

Scrivo per voi che vi state ancora guardando allo specchio con disprezzo mentre il mondo fuori gira senza il vostro sorriso, senza la vostra voglia di continuare a vivere in mezzo alla gente che vi vuole bene e che vi ammira... perché ci sono queste persone, credetemi, ci sono. Solo che non le vediamo, o meglio... non ci accorgiamo che ci stanno accanto e probabilmente le respingiamo anche.

Questa è la mia ambizione, il mio percorso.
Passo dopo passo racconterò come procedere verso la guarigione, ovviamente tutto secondo la mia personalissima esperienza con la bulimia e di come lo SCONFITTA.
Seguitemi, leggetemi e sicuramente troverete conforto e non sarete più soli come pensavate.

Il mio motto è: 
Anche se oggi hai perso, datti sempre l'ennesima possibilità di farcela. 

lunedì 20 giugno 2016

Una nuova nascita.

Per me è una data molto speciale e la sentirò vicino a me anche con il passare degli anni.
Alle ore 17:22 dell'11 giugno 2016 è venuto al mondo il mio amore, il mio grande tesoro.
Il lungo travaglio iniziato la notte prima alle 01:30 è stato un mix tra dolore intenso e la voglia di vederlo al più presto tra le mie braccia.
Le ore scorrevano e le contrazioni aumentavano. Non ne potevo più, è vero, ma c'è la dovevo fare, dovevo continuare a spingere. I minuti sembravano interminabili. La mia testa pensava di non aver mai sopportato un dolore simile, un dolore così intenso che ti quasi ti manca il fiato.
La mia voce strillante e rauca, il mio corpo ormai sfinito. Ero al limite della sopportazione, la sensazione di desiderare ancora qualche minuto di rilassamento e di riprendere fiato per dare spinte ancora più potenti. Ma non era possibile, lui voleva uscire, ormai c'ero quasi.
Ero troppo concentrata sul dolore che cercavo di attenuare pensando al mio William.
L'ultima spinta me la ricorderò sempre.
I miei occhi fissi sulla parete in alto, il mio compagno di fronte a me vicino all'ostetrica.
Io premevo le mie gambe sui loro petti per dare le spinte giuste.
L'ultimo movimento deciso ed ecco che mi sento svuotata dal peso e dal dolore.
Mi porgono William sul petto. Due secondi dopo il suo primo pianto.Il suo corpo caldo sul mio.
Lui si stringe a me, io gli guardo gli occhi e penso di avere tra le mani qualcosa di magnifico.
Poi mi volto verso il mio compagno che già aveva gli occhi lucidi e amorevoli verso il nostro piccolo amore. Strinse il suo indice nel suo minuscolo pugno e subito lo richiude su di sé, come se volesse incastrarlo nella sua dolcezza.
Non avevo mai visto nulla di più romantico e speciale, un legame che già ci univa tutti e tre.
Siamo una famiglia. Ecco cosa siamo adesso. E come tutte le cose belle, anche un amore così infinitamente intenso merita un accudimento speciale.
E' faticoso prendersi cura di un'altra vita. Ci sono momenti in cui credo di non farcela, di non sapere che cosa fare quando si presenta una situazione a me sconosciuta, di stare male io stessa quando sta male lui. Ma essere mamma è essere anche imperfetta.
E' essere stanca ma continuare a guardarlo dormire, perché non credevi che potesse essere così rilassante.
E' essere piena di faccende da sbrigare ma preferire passare il tempo con lui, perché sai che il tempo non si ferma e non ti ridarà indietro i momenti speciali che ti perdi.
E' avere fame ma rimandare il tuo pasto per allattare lui.
E infine è sentirsi più appagata nonostante ogni giorno si combatte tra impegni e tra amore da dedicare alla propria famiglia.
Accudire un'altra creatura non è per tutti. Non è avere sempre la risposta giusta ad ogni problema che si presenta davanti. Non è vantarsi di quante ore dorme in più rispetto a un altro, non è vantarsi di quanto sia bravo a mangiare tutti i pasti o di quanto tempo libero riesce a dedicare a sé stessa la mamma.
Quando si diventa mamma è chiaro a tutti che la vita cambia, e questo spaventa moltissime persone che il più delle volte preferisce rimandare questo evento a quando si sentirà pronta.
Ma la realtà è che il momento perfetto non esiste. Bisogna crearlo se lo si vuole davvero.
Perché oltre ai momenti faticosi c'è ne sono altrettanti meravigliosi... e non parlo solo dei primi sorrisi, o della prima volta che il bimbo dice ''mamma'' o ''papà''.
E' la fantastica sensazione di poter crescere con lui, e io che ho solo 22 anni lo trovo ancora più perfetto.
So benissimo che farò rinunce, che i miei sabati sera non saranno più da discoteca o da girare nei pub fino alla mattina.
So bene che mentre i miei coetanei progetteranno la loro prossima vacanza in chissà quale posto meraviglioso.
Ma a qualcosa bisognerà pur rinunciare e io ho scelto quello di cui non mi sarei mai pentita.
Ho scelto una famiglia, ho scelto di prendermi cura di loro.
Perché loro non sono il vuoto che dovevo colmare oppure un momento di ''pazzia'' data la mia giovane età.
Non so come cambierà la mia strada, quali sono gli ostacoli che incontrerò con il tempo, ma so solo che voglio vivermi ogni attimo con la mia famiglia, con il mio bambino.
Perché ogni volta che lo osservo in ogni suo gesto, quando parlo di lui o quando gioco con lui, i miei occhi si accendono, si riempono di una luce che diventa più forte del sole stesso.
Il suo sguardo brilla e risplende sul mio volto, come se fino a quel momento non fosse mai esistito nulla di più splendente.
Non ho aspettative di perfezione. Spero di poterlo seguire nei piccoli passi verso la crescita, sia fisica che morale.
E anche se gli anni passeranno e un giorno lo vedrò scivolare via da me, non avrò paura e non tenterò di tenerlo legato a me come se volessi impedirgli di crescere.
Gli insegnerò a cavarsela durante le difficoltà, a sudare se vorrà raggiungere un obiettivo, a non pretendere di voler tutto e subito anche quando non ci saranno le possibilità per farlo, di accompagnare la testa con il cuore, e sopratutto a non mollare mai davanti a un sogno, di inseguirlo e realizzarlo con tutto sé stesso.






mercoledì 8 giugno 2016

Cacciare solo i pensieri negativi o direttamente le persone negative?

Oggi stavo pensando a quanto coraggio ci vuole per vivere in
questa società, in questo mondo, tra queste persone che sono così colme di egoismo che nemmeno si rendono conto di quanto sia controproducente.
Ho sempre pensato di essere diversa da tutti gli altri, e non lo dico per egocentrismo o perché mi reputo superiore a qualcuno. Nient'affatto.
Vedo intorno a me solo l'immensa fatica delle persone con un animo buono, che cercano di ritagliarsi un piccolo spazio tra chi cerca di buttarle solo a terra.
Fino a qualche anno fa mi ritenevo piuttosto debole e incapace di reagire agli ostacoli che mi piazzavano tra le gambe, e molto spesso mi lasciavo anche calpestare, credendo che fosse giusto così.
Ho cambiato modo di reagire e di capovolgere la situazione:
Io non sono la marionetta di nessuno. Nessuno muove i fili della mia vita, tranne io. 
Non sono perfetta, non ho una vita perfetta. Sbaglio anch'io, e di tanto in tanto continuerò a farlo, sperando di non ripetere troppo assiduamente gli stessi errori.
Non parlo a nome della bulimia che ho vissuto e superato, ma mi riferisco alle problematiche sociali che affrontiamo giorno dopo giorno, sopratutto per chi come me ha un'anima più riservata e sensibile verso il mondo che la circonda.
A volte mi ritengo spietata, altre volte ritengo di avere un carattere troppo genuino, e altre volte ancora posseggo un mix di assurdità e speranza che le persone egoiste possano cambiare.
A distanza di un paio d'anni dalla guarigione, mi ritengo fortunata a non essere più ricaduta nella malattia, grazie anche all'incredibile coraggio e pazienza che impiego quotidianamente. E non mi pesa affatto, anzi... è un immenso traguardo per me poterlo raccontare con orgoglio.
Ma quello che mi fa più male è il fatto che intorno a me continuino a vincere le persone che di buono non hanno niente. Riescono a realizzarsi solo gli incapaci, i raccomandati, i ''fortunati''. 
Loro non conoscono il sudore perché non hanno mai lottato davvero.
Loro si svegliano la mattina e quando controllano il telefono hanno un innumerevole lista di cose stupende da realizzare, fingendo pure di essersi impegnati. 

La mia non è invidia, è indignazione pura.
Qualsiasi sciocchezza che tireranno fuori dalla bocca è come se fosse oro.
Per quanto mi possa sentire appagata e realizzata, mi farà sempre incazzare vedere persone sfaticate che si spacciano da eroi appena tornati dalla guerra. Quando in realtà non hanno mosso un solo dito.

Però ho capito una cosa: anche se ciò che faccio ogni giorno non ha un valore economico o così importante da dover sconvolgere la vita di qualcuno, so di farlo per chi davvero mi vuole bene, e questo è quello che conta di più.




sabato 4 giugno 2016

Dal mio diario: 13 dicembre 2013.

Perché deve sempre tutto crollare?
Perché ogni cosa che cerco di ricostruire, alla fine va giù?
Non so dove sbaglio, e se solo lo potessi capire, farei in modo di aggiustare tutto.
Invece, c'è sempre qualcosa che rovina tutto. 
Parto bene al mattino, e poi qualcosa va storto, si rovescia e io mi accascio alla sera sul letto pensando a quanti disastri so solo combinare a me stessa, senza avere minimamente la forza e la spinta giusta per cominciare a creare qualcosa per il mio futuro.
Ho paura, lo so e lo ammetto. 
Ho terrore di sbagliare ancora.
Fa male cadere, cazzo se fa male. E io non voglio piu' farlo. 
Piu' passano i giorni e piu' mi rendo conto di quante volte io sia stata realmente me stessa, quante volte io mi sia sentita veramente protetta o semplicemente a ''casa''. 

Perché il prezzo da pagare è sempre così alto?
Perché la mia famiglia si ostina, ogni giorno, ogni istante, a impormi di imparare ciò che non riesco a fare?


''Ho altri progetti per la mia vita, ma vi ringrazio lo stesso''.
Ecco è questo quello che vorrei dirgli senza che loro ribattano contro.
 
Ma come posso farglielo capire se nemmeno io so che cosa voglio? 
Non posso. Accetto tutto e forse è perché mi merito tutto ciò che di negativo mi è successo.
Mi viene solo da piangere e da rinchiudermi in me stessa ancor di più. 
Ci sono giornate in cui a malapena ho tempo di mettermi davanti allo specchio e cercare di compiacermi un pò di più. 
Non so se sto migliorando o no. 
Ormai i miei occhi ricordano solo l'immagine di una ragazza infelice, insoddisfatta e grassa.
E' come se non accettassero miglioramenti per vedermi felice.
 
Da tanto tempo nulla è al proprio posto. 
Questa non è la vita che mi sono scelta, ma sono obbligata, sì. 
Ogni momento che passo con ciò che odio, mi fa dimenticare chi sono in realtà. 
Sono due anni che mi colpevolizzo perché non sono in grado di fare qualcosa che mi hanno imposto gli altri. 

''E' solo colpa mia, te lo meriti Elena. Quindi zitta che potrebbe andarti peggio.'' Me lo ripeto ogni dannato giorno. 

Ho solo paura di dimenticare chi sono, chi ero e che cosa amo fare. 
Ho paura, un giorno, di specchiarmi e di non riconoscere nemmeno più gli sguardi del mio viso.
So che non è il mio, non è il frutto del mio successo, ma della felicità di chi ha imposto i suoi di sogni.
 


Sul mio viso c'è il sogno realizzato della mia famiglia, 
e sui miei polsi, le conseguenze. 

Che rumore fa l'anima quando si spezza?

Quando sai benissimo di non appartenere a nessun canone dettato da questa infernale società.

Quando ogni cosa ti sembra al posto sbagliato, spiegata con le parole peggiori e provata nel modo più dispregiativo assoluto.

Non hai più parole, e nemmeno più la voce forse.